Rileggendo, l’intervista emergono alcuni aspetti interessanti. Si trattò di un aborto terapeutico al settimo mese di gravidanza, deciso a seguito di malformazioni fetali scoperte al quinto mese di gravidanza. Ragionando come i c(o)attoleghisti ed il clero cattolico più retrivo si trattò di un omicidio vero e proprio, anche alla luce dell’affermazione di Veronica che parla di “parto prematuro”. Ora, se di parto prematuro si trattò, è possibile che il feto sia anche nato vivo e che quindi sia stato lasciato morire. E in questo caso che differenza c’è fra la famiglia B e i nazisti che predicavano l’eugenetica? Ripeto sempre ragionando come gli strenui difensori della vita e della famiglia c(o)attoleghisti tipo Roccella, Sacconi, Gasparri. Oppure magari in qualche istituto tipo Cottolengo giace nascosto un figlio malformato di B.
Perché B tace sulla RU486? Evidentemente perché ha la coscienza sporca, e teme che riportando alla memoria l'aborto della sua a quel tempo non ancora legittima seconda moglie, possa perdere qualche voto.
Un altro aspetto stupefacente (ma non più di tanto) è l’appoggio che un clero cattolico reazionario sempre più sputtanato continua a fornire ad un personaggio così screditato.
PS
È da tempo che volevo postare questo articolo sul blog e mi ero autocensurato. Dopo le uscite di Gasparri e Sacconi sulla RU486, non ho più resistito. Mi perdonerà la signora Lario se ho strumentalizzato il suo dramma ai fini della lotta politica.
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