lunedì 29 settembre 2014

Il Veneto ha l'incidenza più elevata di tumori rispetto a tutti le altre aree coperte dai registri in Italia

Rispetto a tutte le altre aree italiane coperte dal registro tumori (il 51% del territorio italiano) , il Veneto ha la maggiore incidenza di neoplasie, tutte insieme considerate. Lo dimostrano i dati della banca dati ITACAN dell'AIRTUM, l'associazione  dei registri tumori del Veneto, che come afferma la loro home page contiene i dati REALI sui nuovi casi di tumori che si verificano ogni anno in Italia , non stime o valutazioni. Premesso che ognuno di voi può tranquillamente consultare la banca dati dati ITACAN da casa sua, cominciamo con il  farvi vedere il grafico relativo all'andamento di tutti i tipi di tumori. Dalla figura qui sotto si vede chiaramente  come l'incidenza di tutti i tumori (esclusi i tumori della pelle diversi dai melanomi), indipendentemente dal tipo, sia storicamente più elevata in Veneto rispetto alle altre aree d'Italia.

martedì 23 settembre 2014

Ma qual è la reale diffusione dell'inquinamento da PFAS delle falde acquifere e della catena alimentare in Veneto?

All'inizio ci hanno detto che erano una trentina i comuni interessato dall'inquinamento da PFAS in Veneto; ora pare che il campionamento dei PFAS verrà fatto in 56 comuni veneti nei quai "sono stati riscontrati i PFAS". Ma se si ha la pazienza di scorrere l'elenco dei comuni nei quali sono stati fatti campionamenti da parte dell'Arpav (scaricabile dal sito istituzionale si nota come sono 52 i comuni nei quali la somma dei pFAS totali è superiore a 100, ma tale numero sale a 79 se consideriamo la somma totale superiore a 40 ng/L di PFAS totali (e allora comprendiamo anche città come VR, VI, PD e VE).  IL numero dei comuni nei quali la concentrazione del solo PFOA è risultato almeno una volta sopra i 40 ng/L è di 39, senza contare che nella lista dell' ARPA Veneto non sono riportati comuni come Legnago, Orgiano, Agugliaro ecc., nei quali il CNR nella sua campagna iniziale condotta fra il 2011 e il 2013 aveva trovato valori anche molti alti.
Dal quadro che sta emergendo, probabilmente non è molto lontano dal vero di chi parla di  un vero e proprio disastro ambientale,  vista l'estensione della contaminazione che, secondo le affermazione ufficiale degli stessi tecnici dell'ARPAV ancora non è stata completamente caratterizzata. 

lunedì 8 settembre 2014

Il governo tedesco si accinge a comunicare all'Europa la su intenzione di mettere al bando il PFOA in Germania

E siamo a due. Dopo la Norvegia anche la Germania dovrebbe presentare entro il 17 di questo mese, la sua dichiarazione di intenzione di mettere al bando il PFOA dal suo territorio con lo scopo di" vietarne, la  produzione, l'uso, l'introduzione  e la commercializzazione nel suo territorio sia come molecola in sé che come facente parte di miscele di sostanze o componente di articolo di consumo". Qui è il sito dell'ECHA (European Chemical Agency) con il registro delle intenzioni di restrizione dei paesi membri .
Una buona notizia senza dubbio.
Una brutta notizia, almeno parziale è che la Norvegia, che aveva introdotto il bando a partire dal giugno 2014, si appresterebbe a posporre la data di inizio della messa al bando del PFOA dal 2018 e non più a decorrere da quella data. Il motivo sarebbe che il governo norvegese ha dovuto cedere alle preoccupazioni delle lobby, preoccupate di perdere commesse di oltre 500 milioni di euro già ricevute per prodotti tessili. Leggi qui, articolo in inglese.
Tutto il mondo è il paese. Prima la tasca degl industriali, poi, per ultimo, la salute dei cittadini, a qualunque latitudine