venerdì 17 marzo 2017

Se le PFAS colorassero l'acqua di blu ve la darebbero ancora da bere?

Se le PFAS presenti nell'acqua che sgorga dai rubinetti delle case di molti comuni del Veneto colorassero l'acqua di blu, sospenderebbero l'erogazione dell'acqua degli acquedotti?
La domanda sorge spontanea dopo aver letto quanto successo recentemente a Barbona, in provincia di Padova, dove, si legge su Il Mattino di Padova, "..il Centro Veneto Servizi ha sospeso in via cautelativa l'erogazione di acqua per alcune preoccupanti segnalazioni arrivate da famiglie residenti nel capoluogo". 
Pur non sapendo da cosa fosse provocato l'inquinamento, correttamente hanno sospeso il rifornimento di acqua in attesa di chiarire il caso. Quasi sicuramente, come sempre accade in questi casi, le sostanze responsabili saranno definite "innocue" e non pericolose per la salute umana e per l'ambiente".

domenica 12 marzo 2017

I PFAS, vecchi o nuovi che siano, aumentano il colesterolo anche nella popolazione “non esposta” (1)


I PFAS, aumentano il colesterolo anche alle concentrazioni osservabili nella popolazione  generale, cioè nelle persone esposte ad alte concentrazioni di queste molecole per motivi professionali (operai) o per avere   “accidentalmente” bevuto  a loro insaputa  acqua potabile o mangiato alimenti contaminati con elevate concentrazioni di PFAS.

Per esempio, In un gruppo  di 2094 americani di età superiore a 12 anni,  i livelli di PFOS nel siero erano di un ordine di grandezza superiore rispetto agli altri composti perfluorinati, con una mediana di 19,9 µg/litro (o 19,9 ng/litro)  rispetto a 3,8 µg/litro (o 3,8 ng/millilitro) per il PFOA, il colesterolo era di 13 mg superiore nei soggetti con i livelli più elevati  di PFAS rispetto con i livelli più bassi. 
Ricordiamo che nella zona rossa in Veneto sono stati trovati valori medi di PFOA di circa 70 ng/ml e di 15 ng/ml per il PFOS, sia negli adulti che nei 14enni.