A me non sorprendono le dichiarazioni di Umberto Bossi, primogenito di Umberto. Confermando precedenti dichiarazioni del fratello-trota avrebbe affermato :«Se uno ha un’azienda chi pensa di inserire? I suoi figli o degli estranei? Certo che la Lega non è un’azienda. Ma non bestemmio se dico che mio padre la sente sua», dice Riccardo Bossi, in passato assistente dell’europarlamentare leghista Francesco Speroni e oggi pilota di rally. «L’ha creata lui, la gestisce lui, il capo è lui. E la cosa più naturale è che accanto a sé voglia i suoi figli».
Sono parole gravissime per un democratico, ma oggi sono il risultato del successo di gente senza un mestiere (studente in medicina fallito il capostipite, pilota di rally (?!) il primogenito, delfino-trota l'altro figlio) che sena la politica e la copertura paterna sarebbero probabilmente solo dei falliti.
Al sud questo sarebbe un titpico discorso mafioso, al Nord permette di conquistare gli onori della cronaca ed una vita agiata sulle spalle dei contribuenti
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