Da notare che la spesa per il sostegno del clero cattolico negli osedali è enormemente lievitata nel corso degli anni: era di 16423,5 euro all'anno negli anni 2004-2005, con un incremento del 275% nell'arco di 6 anni
Tutto secondo la legge, in quanto il direttore generale della nostra ulss, che non ha soldi per assumere medici ed infermieri, come del resto succede nel resto del paese, deve ottemperare ad ordini superiori derivanti dalla convenzione stipulata dalla regione Veneto. La giunta Galan, con lo scopo di regolarizzare gli assistenti religiosi, sottoscrisse con le Diocesi venete, pochi giorni primi delle ultime elezioni regionali, un protocollo d’intesa che obbliga Usl, Aziende ospedaliere e tutte le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private accreditate ad assumere i sacerdoti (diocesani e religiosi) con lo stesso contratto degli infermieri. L’accordo deliberato in giunta all’unanimità fu firmato dall'ora governatore Giancarlo Galan e dal Patriarca di Venezia Angelo Scola recita «La Regione Veneto, considerando che l’assistenza religiosa concorre al miglioramento dei servizi erogati dalle aziende sanitarie e al processo terapeutico dell’ammalato, si impegna a favorirne la presenza nelle strutture sanitarie ». Gli assistenti religiosi godranno di inquadramento, trattamento economico e scatti di anzianità previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto sanità, in particolare per il personale di categoria D, cioè gli infermieri laureati (stipendio base di 1500 euro netti al mese). I preti saranno assunti dalle aziende sanitarie, 96 in tutte le ulss venete per una spesa di almeno 2 milioni di euro all'anno, ma su designazione dell’Ordinario diocesano, con contratto di durata indeterminata, a tempo pieno o parziale.
In altre parole i preti sono pagati dalle Usl, che assicureranno loro anche alloggio gratuito e «adeguatamente arredato», mensa, uffici oltre a chiesette e cappelle (il cui mantenimento è sempre a carico dell'ulss ospitante).
L'accordo suscitò reazioni contrastanti, com'è ovvio. Al gaudio plaudente della Chiesa, fecero da contraltare le critiche dei sindacati e, più attenuate, di alcuni politici del PD. Reazioni che potete leggere qui
Su iniziativa del consigliere veneto Atalmi del PdCI furono raccolte 2000 firme di cittadini contrati all'accordo, fra cui la mia.
Particolarmente incazzati furono anche i 500 medici precari il cui contratto risultò a rischio di rinnovo e per la cui “regolarizzazione”, al contrario di quella dei preti, non furono trovati i soldi necessari
Anche i direttori generali delle ulss venete, fra i quali il dottor Renzo Alessi, direttore della ULSS 5 in cui lavoro, non furono particolarmente contenti, paventando almeno un raddoppio della spesa in seguito all'assunzione, cosa puntualmente verificatasi. Oltre alle riserve di tipo economico furono da molti avanzati anche riserve di principio, dal momento che in uno stato laico è indecente che vi sia una spiccata preferenza per una confessione religiosa a scapito di credenti di altre professioni o dei non credenti.
In conclusione, avremo preti sempre più ben pagati, ben pasciuti ed alloggiati a nostre spese, mentre medici ed infermieri saranno costretti a spaccarsi sempre di più le ossa anche per lavorare al posto dei colleghi che, andati in pensione, non saranno sostituiti stante il blocco delle assunzioni.
è veramente scandaloso che in uno stato che si definirebbe laico si concedano privilegi ad esponenti di una sola confessione religiosa. Quando cesserà questo mercimonio fra stato e chiesa cattolica? Non sarà che per questo regalo della giunta veneta Galan si è conquistata la posizione di ministro?
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