Il BOssi storico ha detto una cosa sacrosanta. DEvo anche prendere atto che, come avviene nella demenza arteriosclerotica, si perde la memoria dei fatti recenti e si ricordano bene, anche sempre più affievoliti, i fati remoti. Se fosse intellettualmente onesto il nord leghista dovrebbe mirare a riparare un pò di torti storici ed adoperarsi affinché il sud possa riprendere il posto che gli compete e che aveva prima della sua conquista da parte del regno del Nord: nel 1856 il Regno di Napoli era la terza potenza economica, dopo Inghilterra e Francia; a Pietrarsa, l'fficina meccanica più grande d'Italia c'erano 1050 operai, all'Ansaldo di Genova solo 450. Nel 1863 Pietrarsa non c'era più, smantellata a favore dell'Ansaldo e delle altre industrie che stavano nascendo al Nord.
Ma ecco un assunto del Bossi in versione storico revisionista del "risorgimento"
Si è presentato al Museo del Tessile di Busto Arsizio attorno alle 22 di ieri, venerdì, dicendo che l'altro giorno ha schivato “che Casini entrasse nel governo – ha subito dichiarato il leader della Lega Nord Umberto Bossi – quelli (rivolto agli esponenti dell'Udc) appena entrano si mettono subito a mangiare la torta”. In cambio della rinuncia ad andare al voto, ha detto Bossi davanti alla platea della Festa della Lega bustocca, ha ottenuto che Casini “se ne stesse a casa sua e non a casa nostra”. Berlusconi rimane l'alleato fedele della Lega Nord, secondo Bossi, e a questa maggioranza non c'è alternativa “anche perchè la paura di andare al voto ce l'hanno gli altri e non noi – ha continuato il senatur – Bersani e Fini sono bravi a chiacchierare ma poi hanno paura delle urne, sono solo capaci di colpire gli avversari con la magistratura”.
Queste le prime parole del leader del Carroccio sul palco bustocco mentre subito dopo si è lanciato in una “visione alternativa” dell'unità d'Italia che farà discutere ad un anno dal 150esimo compleanno del Paese, parlando del libro “Il regno del Nord”, presentato nei giorni scorsi a Cortina d'Ampezzo, e secondo il quale Cavour era un federalista e la decisione di riunificare l'Italia è stata frutto del bisogno delle imprese del nord di avere una colonia dove vendere i propri prodotti: “ Non pensavano allora che venisse fuori un guazzabuglio di questo tipo – ha detto ancora Bossi nella sua rilettura dell'Unità d'Italia – e furono gli stessi imprenditori del nord a finanziare Garibaldi per prendere il sud”. Germania e Inghilterra mandarono i loro eserciti in India e in Africa per vendere i loro prodotti e il Piemonte decise di prendersi il sud-Italia. Alla fine, secondo Bossi, il nord pagò mille volte di più questa scelta decidendo di non trasformare il sud in una colonia vera e propria. Continua al link
Nessun commento:
Posta un commento