Con la delibera numero 168 del 20 febbraio 2014 la regione
Veneto finalmente mostra di aver preso coscienza della pericolosità per la
salute umana e ambientale delle sostanze perfluoroalchiliche. Viene infatti
affidato il compito al servizio epidemiologico regionale, con il contributo
tecnico dell'Istituto superiore di sanità, la predisposizione di uno studio di
biomonitoraggio su un campione rappresentativo della popolazione esposta e la
valutazione circa la sua fattibilità e sostenibilità; si dà inoltre l'incarico
alla sezione veterinaria sicurezza alimentare di realizzare un programma di
campionamento degli alimenti di produzione locale.
Finalmente, verrebbe da dire. Noi medici dell’ISDE lo
abbiamo chiesto fin da quest'estate, e la nostra richiesta è stata appoggiata
dall'eurodeputato Andrea Zanoni che ha presentato una petizione al Parlamento
proprio su questo argomento.
Le autorità sanitarie
regionali e locali soltanto ora, dopo aver
lungo minimizzato i possibili effetti dannosi per la salute umana da
parte dei PFASs, prendono coscienza della gravità del problema e accettano di
cominciare a fare qualcosa di serio.
Certamente restano ancora alcuni punti poco chiari. Che
significa infatti "valutazione circa la fattibilità e sostenibilità"
del biomonitoraggio? Che significa che la delibera di cui stiamo parlando non
comporta spese a carico del bilancio regionale?
Chi pagherà i costi del monitoraggio inizial che deve essere poi proseguito negli anni a seguire?
No i medici dell'ISDE, chiediamo che tutta la popolazione
potenzialmente esposta, valutabile in circa 300.000 persone, e non soltanto un
campione, seppur rappresentativo, venga sottoposto a monitoraggio.
Inoltre riteniamo indispensabile che l'indagine epidemiologica
sia disegnata e condotta da esperti indipendenti, non da dipendenti, seppur di
riconosciuto valore, della regione Veneto che, probabilmente di PFOA PFOS e congeneri ne sanno poco più di nulla.
Grazie, Collega, per il lavoro che fai
RispondiEliminaGrazie del suo lavoro, fatto con coscienza ed etica. Non smetta di informarci.
RispondiElimina