La leucemia
mieloide cronica è un raro tumore del sangue, fino a un decennio fa
invariabilmente mortale in quanto si trasformava nell'arco di 4-5 anni in leucemia
acuta. Oggi per fortuna la situazione è molto diversa. Infatti,l’industria
farmaceutica ha preparato dei farmaci molto efficaci, noti come inibitori delle
tirosinchinasi o TKI, primo esempio di
farmaci in grado di agire in modo “mirato “ o diretto solo sulle cellule
tumorali, risparmiando quelle sane. È proprio il contrario della chemioterapia
che agisce invece in modo selvaggio, eliminando anche le cellule normali, causando
molti effetti collaterali spiacevoli. I
TKI sono farmaci molto costosi, come si evince dalla tabella sotto riportata, ripresa dal decreto regionale (vedi dopo). A partire dall’imatinib, il
primo di questi farmaci ad essere introdotto in commercio, sono stati
autorizzati altri due farmaci di seconda generazione più efficaci del primo, ma anche più costosi: il
dasatinib ed il nilotinib. Il ministero della salute, o
meglio l’AIFA, ha autorizzato i farmaci per tutti i pazienti affetti da LMC in
fase cronica, indipendentemente dal lor grado di rischio di evoluzione in
leucemia acuta. Le autorità della regione Veneta, con decreto 105 dell’otto
giugno 2012, hanno invece ritenuto di limitare l’autorizzazione solo ai pazienti
ad alto rischio. La decisione, come si evince dalla lettura del decreto , è
stata presa essenzialmente in base a criteri economicistici, paventando infatti
un aumento di spesa che, nel caso del dasatinib rispetto all’imatinib, ammonterebbe a circa 569.000 euro all'anno.
In altre parole,
ai cittadini veneti ammalati di LMC è riservato un trattamento differente da
quello di altre regioni italiane che decidano di osservare alla lettera le
indicazioni ministeriali le quali, ripeto, autorizzano l’uso di questi farmaci
fin dall'inizio in tutti i casi e non soltanto in seconda linea, cioè dopo che
l’imatinib si sia dimostrato inefficace. Non sappiamo se ciò possa tradursi in
un danno per i pazienti, dal momento che la superiorità dei TKI di seconda
generazione non è universalmente accettata . Ma dal momento che non è dimostrato
neanche il contrario, cioè che è indifferente la sequenza con i quali questi
farmaci sono utilizzati e che i pazienti che si rivelano resistenti all’imatinib non avranno alcun
danno in termini di sopravvivenza rispetto a quelli che utilizzano i TKI di
seconda generazione, il principio di precauzione prevedrebbe, a mio parere che tutti i pazienti possano ricevere questi
nuovi farmaci, come stabilito dal ministero. Secondo alcuni studi, infatti, I
TKI sarebbero più efficaci.
Il maggior costo di
questi potrebbe essere sostenuto, per esempio, eliminando il rimborso spese
fuori busta dei 60 consiglieri regionali
del Veneto che, nonostante quello che affermi Zaja, verrà aumentato a 4500 euro (inglobando
altre voci precedenti) dai 2100 euro precedenti. Ora 4500 euro x 60 (il numero
dei consiglieri) fa 270.000 euro al mese, cifra che diventa 3.140.000 all'anno. Anche solo un quarto circa di tale enorme quantità
di denaro pubblico sarebbe sufficiente a compensare la maggiore spesa (569,000)
derivante dall'utilizzo in prima linea dei TKI.
Duole moltissimo constatare che nell'anno 2013 si speculi ancora sulla vita delle persone. In caso di malattie come la LMC o altre malattie potenzialmente mortali è davvero squallido vedere come gli interessi economici influiscano negativamente. La vita è il bene più prezioso che ciacun individuo possiede ed è importante ricordare a tutte le persone nella stanza dei bottoni che nessuno è immune purtroppo dalle malattie anche se rare come la LMC e che il fato può decidere chi farà o non farà parte di quel 1 su centomila affetto da leucemia mieloide cronica.
RispondiEliminaUn appunto sulla disparità di trattamento che non dovrebbe esserci, mi rivolgo in particolare ai malati di LMC che devono pretendere la miglior cura possibile per il proprio stato di salute e per le caratteristiche che la malattia presenta in quel momento , e non è affatto vero che un farmaco equivale ad un altro anzi ... benissimo per chi risolve il problema con il Glivec ma purtroppo vi sono numerosi casi in cui si rende necessario passare a nuovi farmaci più costosi forse ma più efficaci. Quando la nostra società e la classe dirigente mettarà al primo posto la vita anzichè il denaro, tutto il mondo sarà certamente migliore.
Comunque mi rivolgo in particolare ai pazienti affetti da lmc : esistono associazioni nazionali alle quali ci si può associare che aiutano a garantire i diritti del malato; vale proprio la pena di fare questo passo anche per aiutare gli altri più siamo meglio possiamo garantire il diritto primario quello della vita . Una di queste associazioni e AIP Leucemia mieloide cronica con sede a Milano visitate il sito www.aipleucemiamieloidecronica.it
Io sono curato in modo adeguato da personale qualificato e sensibile nonchè capace e sempre all'avanguardia putroppo non tutti i centri in Italia sono a questo livello . Ma con l'aiuto di tutti possiamo certamente far crescere la qualità delle cure in tutto il paese, visto che l'ematologia italiane è fra le migliori al mondo
un saluto a tutti
Pucher Michele