martedì 11 dicembre 2012

I pazienti veneti con leucemia mieloide cronica hanno veramente accesso alle cure migliori?


La leucemia mieloide cronica  è un raro tumore  del sangue, fino a un decennio fa invariabilmente mortale in quanto si trasformava nell'arco di 4-5 anni in leucemia acuta. Oggi per fortuna la situazione è molto diversa. Infatti,l’industria farmaceutica ha preparato dei farmaci molto efficaci, noti come inibitori delle tirosinchinasi o TKI,  primo esempio di farmaci in grado di agire in modo “mirato “ o diretto solo sulle cellule tumorali, risparmiando quelle sane. È proprio il contrario della chemioterapia che agisce invece in modo selvaggio, eliminando anche le cellule normali, causando molti effetti collaterali spiacevoli.  I TKI sono farmaci molto costosi, come si evince dalla tabella sotto riportata, ripresa dal decreto regionale (vedi dopo).  A partire dall’imatinib, il primo di questi farmaci ad essere introdotto in commercio, sono stati autorizzati altri due farmaci di seconda generazione più efficaci del primo, ma anche più costosi: il dasatinib ed il nilotinib. Il ministero della salute, o meglio l’AIFA, ha autorizzato i farmaci per tutti i pazienti affetti da LMC in fase cronica, indipendentemente dal lor grado di rischio di evoluzione in leucemia acuta. Le autorità della regione Veneta, con decreto 105 dell’otto giugno 2012, hanno invece ritenuto di limitare l’autorizzazione solo ai pazienti ad alto rischio. La decisione, come si evince dalla lettura del decreto , è stata presa essenzialmente in base a criteri economicistici, paventando infatti un aumento di spesa che, nel caso del dasatinib rispetto all’imatinib, ammonterebbe a circa 569.000 euro all'anno.
In altre parole, ai cittadini veneti ammalati di LMC è riservato un trattamento differente da quello di altre regioni italiane che decidano di osservare alla lettera le indicazioni ministeriali le quali, ripeto, autorizzano l’uso di questi farmaci fin dall'inizio in tutti i casi e non soltanto in seconda linea, cioè dopo che l’imatinib si sia dimostrato inefficace. Non sappiamo se ciò possa tradursi in un danno per i pazienti, dal momento che la superiorità dei TKI di seconda generazione non è universalmente accettata . Ma dal momento che non è dimostrato neanche il contrario, cioè che è indifferente la sequenza con i quali questi farmaci sono utilizzati e che i pazienti che si rivelano  resistenti all’imatinib non avranno alcun danno in termini di sopravvivenza rispetto a quelli che utilizzano i TKI di seconda generazione, il principio di precauzione prevedrebbe, a mio parere  che tutti i pazienti possano ricevere questi nuovi farmaci, come stabilito dal ministero. Secondo alcuni studi, infatti, I TKI sarebbero più efficaci.

Il maggior costo di questi potrebbe essere sostenuto, per esempio, eliminando il rimborso spese fuori busta  dei 60 consiglieri regionali del Veneto che, nonostante quello che affermi Zaja,  verrà aumentato a 4500 euro (inglobando altre voci precedenti) dai 2100 euro precedenti. Ora 4500 euro x 60 (il numero dei consiglieri) fa 270.000 euro al mese, cifra che diventa 3.140.000 all'anno. Anche solo un quarto circa di tale enorme quantità di denaro pubblico sarebbe sufficiente a compensare la maggiore spesa (569,000) derivante dall'utilizzo in prima linea dei TKI.
Potrebbero cominciare a rinunciarci i consiglieri del mio partito, tanto per dare l'esempio,  qualcuno dei quali, quando scoppiò lo scandalo, proclamò la sua intenzione di rinunciare alla prebenda, ma non risulta che l'abbia ancora fatto

1 commento:

  1. Duole moltissimo constatare che nell'anno 2013 si speculi ancora sulla vita delle persone. In caso di malattie come la LMC o altre malattie potenzialmente mortali è davvero squallido vedere come gli interessi economici influiscano negativamente. La vita è il bene più prezioso che ciacun individuo possiede ed è importante ricordare a tutte le persone nella stanza dei bottoni che nessuno è immune purtroppo dalle malattie anche se rare come la LMC e che il fato può decidere chi farà o non farà parte di quel 1 su centomila affetto da leucemia mieloide cronica.
    Un appunto sulla disparità di trattamento che non dovrebbe esserci, mi rivolgo in particolare ai malati di LMC che devono pretendere la miglior cura possibile per il proprio stato di salute e per le caratteristiche che la malattia presenta in quel momento , e non è affatto vero che un farmaco equivale ad un altro anzi ... benissimo per chi risolve il problema con il Glivec ma purtroppo vi sono numerosi casi in cui si rende necessario passare a nuovi farmaci più costosi forse ma più efficaci. Quando la nostra società e la classe dirigente mettarà al primo posto la vita anzichè il denaro, tutto il mondo sarà certamente migliore.
    Comunque mi rivolgo in particolare ai pazienti affetti da lmc : esistono associazioni nazionali alle quali ci si può associare che aiutano a garantire i diritti del malato; vale proprio la pena di fare questo passo anche per aiutare gli altri più siamo meglio possiamo garantire il diritto primario quello della vita . Una di queste associazioni e AIP Leucemia mieloide cronica con sede a Milano visitate il sito www.aipleucemiamieloidecronica.it
    Io sono curato in modo adeguato da personale qualificato e sensibile nonchè capace e sempre all'avanguardia putroppo non tutti i centri in Italia sono a questo livello . Ma con l'aiuto di tutti possiamo certamente far crescere la qualità delle cure in tutto il paese, visto che l'ematologia italiane è fra le migliori al mondo
    un saluto a tutti
    Pucher Michele

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