giovedì 19 dicembre 2013

Comunicato stampa dell’Associazione Medici per l’Ambiente- ISDE Italia sulla contaminazione da cloruro di vinile monomero dell’acqua potabile a Vicenza

Il comitato direttivo della sezione di Vicenza dell'Associazione Medici per l'ambiente-ISDE Italia esprime la sua preoccupazione per la scadente qualità dell’acqua potabile fornita ai vicentini, acqua che recentemente, è risultata inquinata dal cloruro di vinile, un cancerogeno di classe 1 che sicuramente causa tumori maligni nell’uomo, oltre che negli altri animali. Il cloruro di vinile, anche se assunto per periodi prolungati a dosi molto più basse di quelle riscontrate nell'acqua di Vicenza, produce effetti tossici di tipo non tumorale a carico di vari organi e tessuti, soprattutto il fegato, il sistema immunitario e il sistema nervoso.  Abbiamo letto affermazioni totalmente prive di validità scientifica, secondo le quali esisterebbero limiti “di sicurezza” convalidati da agenzie governative estere. Secondo tali fonti, un individuo potrebbe bere decine di litri di acqua contaminata al giorno senza correre rischi per la propria salute. Inoltre, secondo dichiarazioni attribuite a dirigenti dell’ULSS6 “la stima di un'esposizione orale giornaliera per la popolazione umana (compresi i sottogruppi sensibili) che è probabile che sia senza un notevole rischio di effetti avversi nel corso della vita è pari o inferiore  a 3 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo”.  

Queste affermazioni, che vorrebbero essere tranquillizzanti, ad un’attenta analisi lessicale, non risultano affatto tali.  Si parla, infatti, di stime (cioè di previsioni, di ipotesi e non di dati indiscutibili)  di concentrazioni che probabilmente (non sicuramente) sono senza notevole rischio. Ma allora tali concentrazioni possono provocare piccoli rischi? E se si quali? Inoltre nessuno ha mai dimostrato che un uomo (e tanto più un bambino) che beva uno o più litri di acqua contaminata per un determinato periodo non avrà con certezza mai, nemmeno a distanza di tempo dal termine dell’esposizione alla sostanza cancerogena, un benché minimo danno alla sua salute.
Questi limiti “accettabili” sono stati adottati dall’agenzie regolatorie americane sotto il pesante condizionamento delle industrie chimiche, le quali hanno scientemente occultato e manipolato i dati in loro possesso,  come è noto a tutti coloro che si occupano seriamente di questo argomento. Inoltre, questi limiti sono stati arbitrariamente estrapolati alla specie umana dai risultati di due soli studi condotti su poche centinaia di ratti che furono nutriti, al massimo per un anno, con dosi variabili di cloruro di vinile somministrate continuativamente per diverse ore al giorno mediante sondino nasogastrico. I limiti di cui si parla negli articoli pubblicati dal suo giornale si riferiscono solamente al rischio stimato nei ratti, non nell’uomo, di sviluppare alcuni effetti non cancerogeni (principalmente danni al fegato). Per quanto riguarda la cancerogenicità non esiste alcun limite inferiore assoluto di sicurezza, nemmeno negli animali da esperimento.
Non sono mai stati condotti studi su popolazioni umane esposte per tutta la vita a basse concentrazioni di cloruro di vinile nell’acqua potabile. Senza considerare che nell’acqua che noi beviamo, sono disciolte centinaia di sostanze tossiche (il gestore delle acque vicentine  ne monitorizza meritoriamente “soltanto” 70 invece delle 30 previste per legge; e perché? Che ragione c’è di spendere soldi pubblici per cercare sostanze non previste? E in base a quali criteri vengono selezionate le sostanze da determinare?). E nessuno ha mai studiato quali possano essere gli effetti sulla salute dei vicentini di un tale micidiale e complesso cocktail.  Pertanto, pur complimentandoci per il rapido intervento teso ad assicurare la depurazione delle acque potabili vicentine da una sostanza tossica, è nostro dovere respingere e confutare le affermazioni secondo le quali le acque cancerogene bevute dai vicentini da decenni sono sicure e non comportano alcun rischio per la loro salute. Questo ai fini di una corretta informazione della popolazione che deve essere messa in condizione di valutare i potenziali rischi per la sua salute.
Invitiamo inoltre le autorità a compiere ogni sforzo affinché sia identificata e isolata al più presto la fonte dell’inquinamento. In un caso simile di contaminazione da CVM verificatosi a Ghemme, in provincia di Novara la fonte d’inquinamento fu identificata in una discarica di rifiuti e l’acqua potabile risultà inquinata da numerose altre sostanze cancerogene.
I medici dell’ISDE ribadiscono ancora una volta la richiesta, avanzata recentemente dopo la scoperta della contaminazione da parte di sostanze perfluoroalchiliche immesse per decenni da una nota azienda nelle acque potabili di oltre 30 comuni veneti, di sottoporre immediatamente le popolazioni contaminate a screening sanitario a spese degli inquinatori. Riteniamo che la nostra proposta di screening e di sorveglianza sanitaria delle popolazioni contaminate acquisti oggi maggiore validità e attualità alla luce di quest’ultimo episodio di contaminazione.
Invitiamo pertanto i cittadini interessati a richiedere con forza alle autorità e alle istituzioni competenti che questo programma venga immediatamente attuato e che siano resi pubblici su internet i risultati della analisi compiute. Confermiamo infine la disponibilità della nostra associazione a collaborare con i cittadini e con le istituzioni per la difesa della salute umana e ambientale.

Vincenzo Cordiano
Presidente della sezione di Vicenza dell’Associazione Medici per l’Ambiente- ISDE Italia

Valdagno,  17/12/2013

Riferimenti


PS. Questo comunicato stampa è stata pubblicato da diverse testate giornalistiche, ma non dal Giornale di Vicenza, al qcui direttore era stato inviato in forma di lettere al direttore il giorno 12 dicembre 2013.


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