Caro Premier,
tu che se così caritatevole, ti prego aiuta anche me. Mi chiamo B., sono originaria di un paese centroafricano e sono da più di nove anni in Italia. Mio papà lavora in un paesino della provincia di Vicenza da oltre 15 anni. Io ho studiato e lavorato in Italia, ma ho perso il lavoro anche perché l'anno scorso mi sono ammalata gravemente e sono stata ricoverata per diversi mesi in vari reparti dell'ospedale di Vicenza ed in un altro ospedale di questa provincia. Conoscendo diverse lingue, avevo trovato lavoro come segretaria in un albergo importante, probabilmente anche perché non c'era nessuno italiano disposto a fare lo stesso lavoro (o forse non conosceva le lingue come me).
Il mio permesso di soggiorno è scaduto da mesi e fra qualche giorno dovrei andar via dall'Italia dal momento che sono state esaurite tutte le possibilità di rinnovo previste dalle leggi che tu ed i tuoi alleati avete votato. Infatti non mi si può più rinnovare il permesso di soggiorno, né per motivi di lavoro né di studio e nemmeno di salute. Tuttavia rimane una possibilità. Se trovo, infatti, qualche persona in grado di pagare le spese delle mie cure (dovrebbero essere 700-800 euro al mese) il mio avvocato può fare ricorso ed il permesso di soggiorno potrebbe essermi rinnovato per motivi di salute. Così, forse io potrò trovare un lavoretto, e se passa ancora un po' di tempo, forse potrò arrivare a dieci anni di permanenza in Italia e fare domanda per diventare cittadina italiana. Così potrò restare con la mia famiglia in un paese che amo moltissimo.
Sarebbe un vero peccato che, una volta tornata nel mio paese di origine, non avendo la possibilità di comprarmi i farmaci costosi che mi servono per sopravvivere, io mi ammalassi gravemente con rischio di morire. Anche perché i soldi che i cittadini italiani ( e molti miei connazionali ed immigrati) hanno pagato con le loro tasse, e con i quali mi hanno salvato la vita, non sarebbero alla fine serviti a nulla, se non ad illudermi per un po'.
Per te che hai regalato una macchina e tanti soldini a Rubby, non dovrebbe essere un grande sacrificio fare una telefonata per bloccare la mia espulsione dall'Italia. Non sarebbe nemmeno un gran sacrificio, credo, se tu decidessi personalmente di pagarmi le spese per l'assistenza sanitaria (farmaci ed esami di controllo), ripeto 700-800 euro al mese.
Certamente potresti dimostrare ancora una volta il tuo buon cuore e la tua caritas umana. Hai detto che vuoi un gran bene alle donne. Ecco, forse questa sarebbe una buona occasione per dimostrarlo ancora una volta.
Sono sicura che anche non mi chiederai di venire a trovarti ad Arcore o in una delle tue tante ville-condomini sparse per il mondo. Sono abbastanza carina e simpatica, ma non è mia abitudine frequentare gente di una certa età che racconta barzellette sconce e frequenta personaggi ributtanti quali Gheddafi, Putin e gli altri satrapi di provincia con i quali ti accompagni. É vero che fate solo delle cenette innocue, e tu ogni tanto hai bisogno di passare delle serate distensive per scacciare lo stress che accumuli durante le tue terribili giornate, ti capisco. Anch'io sto passando giornate terribili, non sapendo quale sarà il mio destino. Sicuramente poi non sono il tuo tipo, dal momento che non so nemmeno cosa sia il bunga bunga e non sono minorenne.
Quindi se proprio vuoi fare un'opera di bene, fai anche tu una telefonata a qualche tuo amico potente che voglia assumersi l'onere di pagare le mie spese sanitarie, oppure manda tu stesso un assegno al dottor Vincenzo Cordiano, dell'ospedale di Valdagno, il mio medico curante, che provvederà a farmi recapitare la somma. Te ne sarò per sempre grata.
B. immigrata dal Ghana in Italia, in attesa di espulsione
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