lunedì 14 novembre 2011

Chiudere gli ospedali sotto i 300-400 posti letto: razionalizzazione dell'assistenza e risparmi

Io sono convinto che i piccoli ospedali non hanno alcuna ragione di esistere come presidi "per acuti", pur lavorando in uno di questi. Oggi come oggi in quasi tutte le specialità mediche i progressi tecnologici sono talmente rapidi che non è possibile dotare tutti i presidi minori delle tecnologie e del personale qualificato necessario per assicurare cure di altissimo livello.
Se guardiamo alla nostra ULSS5 Ovest Vicentino vi sono tre ospedali (Lonigo, Valdagno, Arzignano) ed un quarto, Montecchio, che è stato trasformato in ambulatori. A Montecchio è rimasta Ortopedia, un reparto chirurgico senza un reparto di medicina annesso. Ve lo immaginate un paziente ivi ricoverato che ha una complicanza medica, per esempio scompenso cardiaco acuto o embolia polmonare acuta, che tipo di assistenza potrà ricevere? Se non sbaglio dopo le ore 18 non c'è nemmeno il pronto soccorso aperto (o punto di primo intervento come si chiama).

In questa ULSS vi sono tre reparti di medicina, che in pratica sono delle repliche. Lo stesso dicasi per i due reparti di chirurgia.Nessuno di questi reparti è altamente specializzato; nessuno attrae pazienti da fuori ulsS, anzi le "fughe" sono numerose.

A Valdagno c'è una TAC obsoleta che non è sostituita per mancanza di fondi, così i pazienti devono andare ad Arzignano se vogliamo avere un esame ben fatto, lo stesso dicasi per la risonanza magnetica.

Se ci fosse una seria organizzazione sanitaria, unificando reparti, si potrebbe ricavare personale da dedicare a potenziare i servizi e ridurre le liste d'attesa, per esempio.

L'alternativa sarebbe dare più soldi alla sanità,per esempio tagliando le spese militari. Ma mi sembra un'utopia, specialmente con il futuro governo Monti, se è vero che vuol mettere un generale come ministro della difesa

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