Questo è il testo della lettera che ho inviato al sindaco di Cologna Veneta il 14/3/3014. Finora non ho ricevuto alcuna risposta.
Signor Sindaco,
Nel corso dell'incontro pubblico organizzato il 25
febbraio 2014 dal circolo di Legambiente Perla Blu nel teatro comunale della
sua città, lei ha profferito delle accuse a dir poco diffamatorie nei miei
confronti. Tra l'altro, lei ha affermato, in presenza di oltre 400 cittadini,
dell'assessore regionale alla sanità e di professionisti di varie discipline,
che io sono un terrorista, che sono indegno di svolgere la professione di
medico, che vado diffondendo notizie e dati falsi. Inoltre, nella discussione
"privata" che è seguita al termine dell'incontro, lei ha affermato
che i dati che ho presentato sulla pericolosità dei pfas sono falsi, in quanto
non esisterebbero studi a sostegno delle mie affermazioni.
Orbene, dalle mie fonti in mio possesso, e dopo approfondite
ricerche, non mi risulta che lei sia un grande esperto nella materia trattata
nel corso del convegno. Inoltre, mi pare che le sue affermazioni relative
all'ultimo punto siano state clamorosamente smentite dalla recente nota
rilasciata dall'Istituto Superiore di Sanità, prot 16/01/2014-0001584, a firma
della dottoressa Loredana Musmeci. Ancora, la deliberazione della Giunta
regionale del Veneto n. 168 del 20/2/2014, che le sarà sicuramente nota,
recepisce tutte le preoccupazioni che noi membri dell’ISDE Veneto abbiamo
esternato pubblicamente in più occasioni fin da questa estate, dal momento che la
regione mette in programma un controllo della filiera alimentare locale e il
biomonitoraggio di un campione rappresentativo della popolazione esposta.
Probabilmente lei
era in ferie o in altre faccende affaccendato e non avrà avuto modo di venire a
conoscenza della nostra richiesta di un’indagine epidemiologica sulla
popolazione veneta contaminata avanzata
già nel settembre 2013, epoca, in cui ci
preoccupavamo, a sua insaputa, anche della salute dei cittadini di Cologna
Veneta da Lei amministrati.
Anche per difendere il mio onore e la mia dignità
personale e professionale Le chiedo di concedermi un pubblico confronto, da
organizzarsi nella stessa sede e con gli stessi invitati, durante il quale
esamineremo i risultati degli studi epidemiologici condotti negli USA dal Panel
di esperti del progetto salute C8 (e anche quelli effettuati in numerosi altri
paesi) che, stando alla definizione della dottoressa Musmeci sono in possesso
dei requisiti "... Di elevata affidabilità e riproducibilità, di potenza
statistica, di informatività a livello individuale....(per cui) si ritiene che
i risultati complessivi dell'attività valutativa effettuata dal suddetto panel
offrano nuovi elementi di evidenza che l'esposizione umana alle sostanze
perfluoroalchiliche attraverso le acque potabili possa comportare un aumentato
rischio per un ampio spettro di esiti sanitari, che vanno da effetti acuti
quali l'ipercolesterolemia e l'ipertensione nella gravidanza a patologie
rilevanti quali le malattie tiroidee, la colite ulcerosa e i tumori del
testicolo e del rene”. Ad alcuni di questi studi io ho fatto cenno durante la
serata, come attestato dalla registrazione della serata disponibile su Youtube.
Sicuramente, da noto esperto quale Lei è, oltre che in
materia di pfas, anche di valutazione ed interpretazione degli studi
epidemiologici, ritengo che non abbia bisogno di avvalersi dell'aiuto di altri
esperti e che sarà in grado di sostenere brillantemente il confronto. Tuttavia,
qualora lo ritenesse opportuno, potrà avvalersi dell'aiuto di esperti o di
quelli, che una volta, al tempo dei duelli fra gentiluomini d'onore venivano
chiamati "padrini”. Le ricordo che più volte l’ISS ha raccomandato ai
responsabili della sanità pubblica (e lei saprà di certo che i sindaci sono i
principali responsabili della salute dei loro cittadini, lo prevede
la Costituzione Italiana) di fornire un’informazione ampia, competa,
seria e dettagliata sulla vicenda PFAS. Orbene, l’organizzazione di un
secondo convegno le darebbe l’occasione di fare qualcosa di realmente utile per
la popolazione.
Rimango in attesa di una sua cortese risposta. Nel
frattempo immagino che si sia già alacremente adoperato per attuare
il “…contesto di azioni di prevenzione integrata volte a ridurre la
contaminazione dell’acqua ad uso irriguo e zootecnico, a regolamentare
l’utilizzo di ammendanti agricoli provenienti dal ciclo di potabilizzazione e
depurazione delle acque, e, se del caso, a limitare in modo selettivo
il consumo degli alimenti prodotti in loco “(vedi pagina 13 del citato rapporto
ISS)
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